Nell’orto dei Cappuccini, ora di proprietà comunale, si aprono varie monumentali cisterne scavate nella roccia calcarea, per lungo tempo attribuite a periodo punico. Si tratta, invece, di antiche latomie, cave di blocchi aperte forse nel II secolo d.C., per la costruzione del vicino Anfiteatro Romano. Esse furono adibite a cisterne solo in un secondo tempo, una volta impermeabilizzate con il cocciopesto (un intonaco di calce mista a cocci triturati). La più ampia poteva contenere fino a un milione di litri d’acqua piovana, proveniente dall’Anfiteatro attraverso un lungo cunicolo sotterraneo tuttora percorribile. Varie prospezioni hanno consentito di appurare che la cavità subì già in antico un ulteriore riadattamento a carcere, come testimoniano le numerose anelle osservabili lungo le pareti, destinate al fissaggio delle catene. In corrispondenza di una di queste è stato scoperto un importante graffito paleocristiano, risalente agli inizi del IV secolo d.C. Si tratta di un’immagine simbolica della Navicula Petri, la Nave della Chiesa, con l’albero della vela costituito da una croce monogrammatica e sul ponte i dodici Apostoli, “pescatori di uomini”, schematicamente rappresentati nel salpare la rete. L’autore va probabilmente individuato in uno sconosciuto martire cristiano, detenuto prima di essere ucciso nei giochi dell’anfiteatro!
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